Il selenio: perchè è importante per la salute?
Il selenio è un micronutriente che gioca un ruolo importante nel nostro organismo:
- Ridona bellezza di capelli e unghie, grazie alle sue proprietà Antiaging dovute ai comprovati effetti di riduzione dello stress ossidativo e all’azione antiossidante contro i radicali liberi. È risaputo come l’ossidazione sia il fenomeno responsabile dei processi di invecchiamento delle cellule del corpo.
- Rafforza il sistema immunitario.
- Supporta le funzioni tiroidee, migliorando la risposta alle patologie della tiroide, come la tiroide di Hashimoto.
- Riduce il rischio di cancro fino al 65%. Sono copiosi gli studi sulla correlazione tra incidenza di cancro e assunzione di selenio. In una review della Cochrane sugli studi su selenio e prevenzione del cancro emerge che le categorie di pazienti ad “alto consumo” di selenio hanno un rischio minore di cancro del 31%, così come una riduzione del rischio di morte per cancro del 45%. Uno studio del 2006 ha evidenziato che il selenio ad una dose di 200 ug/day è protettivo contro il cancro e il cancro alla prostata nell’uomo. La scienza ha dimostrato che un apporto di selenio di 200 ug/day per 6 anni riduce il rischio di cancro alla prostata fino al 65%.
- Protegge dalle malattie cardiovascolari, grazie alla sua capacità di preservare le membrane cellulari dall’ossidazione.
- Contrasta gli effetti negativi di metalli pesanti come il mercurio, sempre più presente in tanti alimenti a causa delle acque contaminate.
- Una carenza di selenio è stata associata al danno e necrosi degli epatociti simile a quello causato da un consumo eccessivo di alcol.
Dov’è contenuto il selenio?
Gli alimenti che contengono selenio non sono molti in natura. Ecco perché aggiungerlo in ogni piatto, insieme alle fibre.
Lo possiamo trovare nei pesci, in frattaglie, noci del Brasile, patate arricchite in selenio. Attenzione alla cottura perché il selenio si disperde nell’acqua e la bollitura è sconsigliata.
L’inulina Excellence Antiaging
L’inulina Excellence è una speciale inulina a catena lunga della longevità, scelta per le sue peculiari capacità nutrizionali e tecnologiche. Viene estratta dalla cicoria, ed è un ingrediente naturale e perfetto per aggiungere fibre alle preparazioni, donare cremosità, ridurre l’indice glicemico, sostituire i grassi e ottenere benefici prebiotici che aumentano le difese immunitarie.
Già da 10 anni utilizzo quest’ingrediente e insegno alle persone come arricchire di fibre le proprie ricette.
Per rendere l’Inulina Excellence un ingrediente ancora più speciale e ricco di benessere Antiaging, dopo anni di studi e ricerche ho deciso di aggiungere un nuovo componente, un lievito inattivato e arricchito di selenio, micronutriente fondamentale ma spesso carente nell’alimentazione quotidiana.
Nell’Inulina Excellence Antiaging sono contenuti 330 microgrammi di selenio ogni 100 g. Utilizzando l’inulina in varie preparazioni della giornata sarà facile soddisfare il fabbisogno giornaliero di 55 μg con soli 17 g.
Per soddisfare il fabbisogno giornaliero, in altro modo, avremmo bisogno di 700 gr di patate arricchite, 100 gr di aragosta, 110 gr di cozze, ogni giorno.
Non mancano evidenze scientifiche secondo cui un maggiore introito giornaliero permetta un ulteriore miglioramento dei benefici, arrivando anche a 200 μg al dì.
Si consiglia di non superare i 400 μg al giorno.
Fonti
Vinceti M, Filippini T, Del Giovane C, Dennert G, Zwahlen M, Brinkman M, Zeegers MPA, Horneber M, D’Amico R, Crespi CM. Selenium for preventing cancer. Cochrane Database of Systematic Reviews 2018, Issue 1. Art. No.: CD005195. DOI: 10.1002/14651858.CD005195.pub4
Cai X, Wang C, Yu W et al. Selenium Exposure and Cancer Risk: an Updated Meta-analysis and Meta-regression. Sci Rep. 2016; 6:19213.
Chun OK, Floegel A, Chung SJ, Chung CE, Song WO, Koo SI. Estimation of antioxidant intakes from diet and supplements in U.S. adults. J Nutr. 2010;140:317-24.
Rayman MP. Selenium and human health. Lancet. 2012;379:1256-68.
Benstoem C, Goetzenich A, Kraemer S et al. Selenium and its supplementation in cardiovascular disease—What do we know? Nutrients. 2015;7:3094–3118.