Cos’è l’inulina?
L’inulina è una fibra solubile non digeribile, prebiotica in quanto ha la capacità di nutrire ed elevare la percentuale di Bifidobacteria nella flora microbica intestinale, diminuendo contemporaneamente la densità̀ di batteri nocivi. È un carboidrato non digeribile, resistente alla digestione e all’assimilazione, arriva immodificato al colon, dove interagisce con la flora batterica, esplicando importanti funzioni.
A cosa serve l’inulina?
Supporta la riduzione del peso, perché rallenta e in parte impedisce l’assorbimento di carboidrati e grassi. Aiuta l’organismo a difendersi da quelle malattie cronico-degenerative come infarto, ictus e cancro. Oltre ad assicurare una buona digestione intestinale.
Nutre i fermenti lattici attivi, con il vantaggio che l’inulina non subisce alcuna aggressione da parte dei succhi gastrici.
Bifidobatteri e Lattobacilli sono i batteri più utili per l’uomo, perchè favoriscono l’assorbimento delle sostanze nutritive, il funzionamento regolare dell’intestino e combattono lo sviluppo dei tumori intestinali. Proprio quest’azione positiva sull’attività dei batteri lattici permette un migliore assorbimento di alcuni minerali, come il magnesio e il calcio contenuti negli alimenti.
La struttura chimica dell’inulina
L’inulina è un frutto-oligosaccaride, ovvero un polimero del fruttosio, composto da catene che variano da 3 a 60 fruttosi con all’estremità un glucosio. La sua funzione è quella di essere lo zucchero di riserva delle piante.
La struttura è lineare e costituita da più molecole di fruttosio “incatenate” tra di loro, mediante un legame che non può essere scisso durante la digestione a livello dell’intestino tenue umano, ovvero il legame β-2,1-glicosidico.
Il suo potere dolcificante dipende dalla lunghezza delle catene di fruttosio nell’inulina. Se la catena è composta solo da 3 zuccheri, i 2/3, cioè le estremità della catena, conferiscono un sapore dolce. Più è corta la catena più l’inulina ha un sapore dolce e quindi può essere utilizzata come dolcificante.
L’inulina si classifica quindi a catena corta (1-10 unità di fruttosio), a catena media (10-20 unità di fruttosio) e a catena lunga (più di 20 unità di fruttosio). Leggi le differenze.
Differenze rispetto alle altre fibre
L’inulina, a differenza di altre fibre solubili come pectina, psillio e xantana, non addensa e non diventa collosa, bensì forma un gel cremoso legando l’acqua in una percentuale molto minore: 1 grammo di inulina può legare circa 2 grammi di acqua. Questa caratteristica consente di poter aggiungere un 10 % di inulina alle farine e/o ai cereali nelle ricette, senza stravolgerne la consistenza e ottenere un marcato abbattimento dell’indice glicemico.
Rispetto ad altre fibre, l’inulina apporta pochissime calorie, solo 1 Kcal per grammo. Sulla dichiarazione nutrizionale, la legislazione alimentare in vigore impone di assegnare 2 Kcal ogni grammo di fibra, ma di fatto l’inulina ne fornisce solo una, in quanto nel colon la flora batterica la fa fermentare producendo acidi grassi a catena corta. Sono questi acidi grassi poi a essere assimilati e a produrre energia.
Dove trovarla
Si tratta di una fibra naturale, presente nelle verdure e nei tuberi ma in parte anche frutta, cereali e legumi. Sono fonti di inulina, ad esempio, la radice della cicoria, i carciofi, l’agave, il topinambur.
Esistono diversi tipi di inulina in commercio e la differenza tra questi sta principalmente nella lunghezza delle sue catene di fruttosio.
I maggiori produttori di inulina sono Paesi Bassi e Belgio, grazie al clima piovoso, ideale per coltivare la cicoria per inulina.
Controindicazioni
L’inulina è un prodotto naturale e come tutte le fibre naturali in eccesso potrebbe dare effetti lassativi, meteorismo o gonfiore addominale. Considerando gli effetti prebiotici fondamentali per la prevenzione e la cura delle patologie cronico-degenerative è importante assumere gradualmente l’inulina, in modo da abituare a poco a poco l’intestino. Per evitare gonfio addominali, consiglio sempre a chi assume molte fibre, di masticare lentamente in modo da facilitare la digestione ed evitare flatulenze.
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Bibliografia